INGEGNERIA NATURALISTICA: EVOLUZIONE MULTIDISCIPLINARE

9 Novembre 2018 By 0 Comments

L’ ingegneria naturalistica è una disciplina tecnico-scientifica che, attraverso l’ingegneria e sulla base di criteri meccanici, biologici ed ecologici, utilizza tecniche che sfruttano piante vive o parti di esse in abbinamento con altri materiali quali pietrame, legno, terra, biostuouie, geotessili, ecc, per la difesa del territorio ed il ripristino della compatibilità fra “sviluppo sostenibile” ed ecosistema, comprese tutte le opere ed i lavori necessari per attività botaniche e zoologiche.

Già dalla definizione di ingegneria naturalistica possiamo intuire la sua multidisciplinarietà di questa materia che abbraccia scienze differenti: dall’ingegneria alla biologia, dall’ecologia del paesaggio alle tecniche costruttive, alla botanica sistematica, alla botanica applicata, alla fisiologia delle piante, alla tecnologia del legno, alla pedologia ecc.

Nonostante il termine “ingegneria naturalistica” sia abbastanza recente, questa disciplina ha radici ben più profonde, radicate nell’esperienza storica del mondo agricolo e forestale, fino a risalire ai tempi degli antichi Romani. Solo a partire dal 1989 con la fondazione dell’Associazione Italiana per l’Ingegneria Naturalistica (AIPIN), seguendo l’esempio avvenuto in Germania nel 1980 con la fondazione della “Gesellschaft für Ingenierurbiologie”, e poi con il Primo Congresso di Ingegneria Naturalistica di Torino del 1990, si viene a codificare in Italia la definizione del termine “Ingegneria Naturalistica” quale traduzione del tedesco “Ingenierurbiologie”.

La necessità di implementare le opere di ingegneria naturalistica nasce dagli intensi processi di degrado ambientale con tutte le conseguenze che questo comporta sugli equilibri ecologici e sulla qualità della vita. E proprio per questo, nel rispetto e nel recupero dell’ambiente,  nell’ingegneria naturalistica vengono adottate scelte di progetto che utilizzano tecniche a minor livello di energia a pari risultato funzionale/biologico.

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Gli ambiti di intervento dell’ingegneria naturalistica sono per lo più mirati alla difesa del suolo e riguardano soprattutto interventi antierosivi, per il drenaggio e di consolidamento.

  • difesa idrogeologica: consolidamento di versanti o in generale del terreno; drenaggio delle acque dilavanti; controllo dell’erosione; sistemazioni a rinforzo spondale nei fiumi;
  • funzione ecologico-naturalistica: recupero di aree naturali degradate, cave e discariche; protezione dall’inquinamento (fitodepurazione, barriere antirumore);
  • funzione estetico-paesaggistica: sistemazione o rinaturazione di rilevati stradali o ferroviari e di infrastrutture in genere; risanamento estetico di frane o altro, inserimento del costruito nel paesaggio, arricchimento paesistico con sistemi a verde;
  • funzione socio-economica: tipologie alternative a quelle tradizionali a costi molto competitivi, recupero produttivo di aree incolte o abbandonate.

Perché la crescita di un territorio non può prescindere da uno sviluppo nella salvaguardia dell’ambiente per una pacifica convivenza e rispetto di tutto ciò che ci circonda, alla SMEDA srl riteniamo di fondamentale importanza nelle nostre attività il recupero naturalistico, botanico e faunistico. Una pianificazione a lungo termine, quale deve essere quella della pianificazione e gestione di un territorio presuppone che, in futuro, il recupero di aree degradate e la ricostruzione e salvaguardia di aree naturali possano essere attuate in misura sempre maggiore e che si registri una costante diminuzione dell’impatto ambientale delle diverse opere di urbanizzazione.

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